Che cos’è la fibromialgia?
La fibromialgia o sindrome fibromialgica è una patologia reumatica cronica che provoca dolore diffuso in tutto il corpo, in assenza di dati diagnostici di laboratorio o di imaging in grado di rilevare una causa biologica univoca (Adams & Turck, 2015).
Sembra essere connessa a uno squilibrio del sistema nervoso centrale e periferico, che rende chi ne è affetto ipersensibile al dolore (Neblett et al., 2013).
Quali sono i sintomi della fibromialgia
Tra i sintomi della fibromialgia quello predominante è il dolore, presente in tutto il corpo da più di 3 mesi, accompagnato da sintomi eterogenei che possono andare e venire, con picchi di acutizzazione e fasi asintomatiche. I sintomi più comuni sono:
- affaticamento e spossatezza (o fatigue)
- rigidità articolare
- cefalea
- disturbi del sonno
- sintomi gastro intestinali
- problemi di memoria e concentrazione, sensazione di annebbiamento mentale (cosiddetta fibrofog).
Curare la fibromialgia con la terapia cognitivo comportamentale
Attualmente non esiste una terapia risolutiva per la sindrome fibromialgica, ma un approccio graduale o integrato, basato su trattamenti non farmacologici e farmacologici, può aiutare il paziente nella gestione dei sintomi manifestati e nel ripristino di una qualità di vita soddisfacente.
La terapia cognitivo comportamentale (CBT) rappresenta un’opzione non farmacologica con evidenze di efficacia, ampiamente utilizzata per il trattamento della fibromialgia (Lee et al., 2024).
Ad oggi sappiamo che l’esperienza del dolore acuto e lo sviluppo del dolore cronico sono influenzati da molteplici fattori psicologici. Il modo in cui pensiamo al nostro dolore e agiamo rispetto a esso può influenzarlo. Ipervigilanza, pensieri catastrofici riguardanti il dolore, credenze, atteggiamenti ed emozioni negative possono aumentare l’intensità del dolore percepito, incidere sui tentativi messi in atto per farvi fronte e amplificare la sofferenza emotiva, con vissuti di rabbia, ansia e depressione (Linton et al., 2011).
La terapia cognitivo comportamentale aiuta il paziente a imparare a identificare e riformulare pensieri, previsioni e atteggiamenti catastrofici o pessimistici sul dolore, del tipo: “Il mio dolore è insopportabile e non migliorerà mai”, “Sto perdendo il controllo del mio corpo”, “Non sarò mai più come prima”. L’obiettivo è rendere il paziente consapevole che, in molti casi, possiede le capacità e le risorse per affrontare i suoi problemi quotidiani derivanti dal dolore.
Grazie all’allenamento a tecniche di rilassamento e di esposizione, esperimenti comportamentali, igiene del sonno e abilità sociali, la terapia cognitivo comportamentale può essere adottata per modificare le attività che provocano dolore o altri sintomi della fibromialgia, migliorare l’efficienza del riposo, ridurre stati emotivi di impotenza, paura del movimento, ansia o depressione e migliorare il funzionamento cognitivo.
È possibile ottenere un nuovo modo di convivere con il dolore, cambiando il modo in cui le persone sperimentano le proprie sensazioni fisiche, i propri pensieri, emozioni e comportamenti rispetto alla fibromialgia.
Bibliografia
- Adams, L.M., Turk, D.C. (2015). Psychosocial factors and central sensitivity syndromes. Current Rheumatology Reviews;11:96-108
- Lee, J., Lazaridou, A., Paschali, M., Loggia, M.L., Berry, M.P., Ellingsen, D.-M., Isenburg, K., Anzolin, A., Grahl, A., Wasan, A.D., Napadow, V. and Edwards, R.R. (2024). A Randomized Controlled Neuroimaging Trial of Cognitive Behavioral Therapy for Fibromyalgia Pain. Arthritis Rheumatol, 76: 130-140. https://doi.org/10.1002/art.42672
- Neblett, R., Cohen, H., Choi, Y., Hartzell, M.M., Williams, M., Mayer, T.G., et al. (2013). The Central Sensitization Inventory (CSI): establishing clinically significant values for identifying central sensitivity syndromes in an outpatient chronic pain sample. The Journal of Pain;14(5):438-445
- Linton, S.J., Shaw, W.S. (2011). Impact of Psychological Factors in the Experience of Pain, Physical Therapy, Volume 91, Issue 5, 1 May 2011, Pages 700–711, https://doi.org/10.2522/ptj.20100330