Disturbo d’ansia sociale (Fobia sociale)

Affronta l’ansia sociale con la psicoterapia cognitivo comportamentale per la fobia sociale.

Che cos’è il Disturbo d’ansia sociale o Fobia sociale

Il Disturbo d’ansia sociale o Fobia sociale è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla paura intensa di trovarsi in situazioni sociali nelle quali vi è la possibilità di essere giudicati dagli altri. In particolare si teme di mostrarsi imbarazzati, di apparire ridicoli o incapaci e/o essere umiliati di fronte agli altri.

I sintomi del Disturbo d’ansia sociale

I tipici sintomi del Disturbo d’ansia sociale sono i seguenti:

  • marcata paura o ansia rispetto a una o più situazioni sociali in cui si è esposti al possibile giudizio degli altri;
  • timore di mostrare i sintomi di ansia e che questi verranno valutati negativamente (umiliazione, imbarazzo);
  • le situazioni sociali provocano quasi sempre paura o ansia;
  • le situazioni sociali vengono evitate o sopportate con intensa paura o ansia;
  • la paura o ansia è sproporzionata alla minaccia reale rappresentata dalla situazione sociale e dal contesto socio-culturale;
  • la paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti, durano tipicamente più di 6 mesi e causano disagio significativo anche nella vita sociale, lavorativa o in altre aree di vita importanti per l’individuo

È possibile inoltre che l’ansia sia circoscritta solamente a un particolare ambito sociale come concerti, discorsi pubblici o gare.

Chi soffre di ansia sociale tende a manifestare eccessiva riservatezza in pubblico, con una postura corporea solitamente rigida e difensiva. Spesso parla con un tono di voce bassa, fatica a mantenere il contatto visivo o arrossisce frequentemente, è riluttante a parlare di sé, ad accettare e fare complimenti.

Conseguenze del Disturbo d’ansia sociale

Per la natura del disturbo, chi soffre di ansia sociale prova forte agitazione nelle situazioni dove può venir giudicato da altri e prova tale agitazione anche prima di trovarsi nel contesto temuto (ad es. qualche ora prima di uscire di casa oppure nelle settimane che precedono un evento importante) .

Se può evitare queste situazioni, tende a isolarsi e a perdere i contatti sociali, frequentando una cerchia ristretta di persone. Questo può avere conseguenze negative in ambito lavorativo o scolastico e in generale peggiora la qualità della sua vita.

L’isolamento non è una condizione desiderata da chi soffre del Disturbo d’Ansia Sociale, ma è una reazione messa in atto per evitare il malessere che si proverebbe esponendosi in pubblico. Questo provoca spesso episodi di rabbia e sentimenti di depressione, associati al senso di impotenza e solitudine. In questa situazione solo la metà dei soggetti affetti dal disturbo sente la necessità di richiedere una terapia e solitamente lo fa molti anni dopo l’esordio del disagio.

Se l’evitamento non è possibile, per prepararsi alle situazioni temute chi soffre di ansia sociale può assumere alcool o sostanze per automedicarsi (es. ansiolitici): per esempio può bere alcolici prima di uscire per andare al bar o a una festa con lo scopo di essere più disinibito o dare l’impressione che il proprio comportamento impacciato sia causato dalle sostanze e quindi avere una giustificazione.

Cause del Disturbo d’ansia sociale

Le cause del Disturbo d’ansia sociale si collocano su più livelli.

Il temperamento stesso di una persona può facilitare la comparsa del disturbo: individui con una forte tendenza a inibire certi comportamenti o facilmente influenzabili dal giudizio altrui sono più vulnerabili all’insorgenza del disturbo.
Maltrattamenti ed episodi traumatici nell’infanzia non rappresentano una causa del disturbo, tuttavia sono stati riconosciuti come fattori di rischio per l’ansia sociale.
I figli di genitori ansiosi hanno possibilità da 2 a 6 volte maggiori di sviluppare un Disturbo d’Ansia Sociale. Tuttavia genetica e ambiente si possono influenzare a vicenda: individui geneticamente predisposti possono non sviluppare alcun disturbo perché l’ambiente nel quale vivono non ha presentato le condizioni necessarie per farlo insorgere.

Come si cura il Disturbo d’ansia sociale

Il Disturbo d’ansia sociale può essere trattato attraverso un approccio di tipo farmacologico, psicoterapico o un’integrazione dei due.

Psicoterapia

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è tra le più efficaci nella cura del disturbo d’ansia e garantisce risultati stabili a lungo termine.

Grazie alla psicoterapia cognitiva, terapeuta e paziente lavorano insieme per far emergere quei processi e quei meccanismi disfunzionali che sono messi in atto automaticamente. Vengono individuate le varie situazioni temute e si modificano i pensieri negativi. In seguito si concordano esposizioni graduali alle situazioni temute, affiancate da tecniche di rilassamento e apprendimento di abilità sociali. Il paziente generalmente dopo qualche settimana dall’inizio della terapia avverte subito che sta recuperando molti aspetti della sua vita e si sente in grado di proseguire con la terapia così impostata, in modo graduale, fino alla risoluzione della problematica.
Tra i recenti trattamenti che hanno mostrato prove di efficacia nel trattamento del Disturbo d’Ansia Sociale troviamo anche il protocollo di Clark e Wells (1995), basato sul modello metacognitivo.

Farmacoterapia

I farmaci per il Disturbo d’ansia sociale più utilizzati sono:

  • ansiolitici (es. benzodiazepine)
  • antidepressivi (es. SSRI)

I farmaci ansiolitici risultano efficaci per estinguere i sintomi immediati (per esempio, prendendoli prima di fare un discorso in pubblico), ma i loro effetti sono limitati e il disturbo permane quando il loro effetto svanisce.

I farmaci possono costituire un valido aiuto iniziale per placare i sintomi maggiormente invalidanti e aumentare la motivazione al percorso psicoterapico.

Ansia sociale, timidezza o introversione?

La timidezza o l’introversione possono essere confusi con un Disturbo d’Ansia Sociale.

Vediamo quali sono le differenze principali:

  • Il Disturbo d’ansia sociale implica una costante e sproporzionata paura nelle relazioni sociali, uno stato di intenso malessere psicofisico che costringe a evitare situazioni sociali per il timore di essere giudicati inadeguati dagli altri.
  • La timidezza implica emozioni meno intense, minore tendenza al rimuginio e condotte di evitamento meno pervasive (nelle persone timide l’esposizione alla situazione temuta non peggiora i sintomi ma, al contrario, diminuisce la probabilità di evitamenti futuri). La timidezza, pur creando disagio, non compromette il funzionamento sociale e lavorativo.
  • L’introverso invece presenta poco interesse nei rapporti sociali, non evita le interazioni, ma non le ricerca attivamente e costantemente; generalmente questo aspetto non è egodistonico (cioè non rappresenta un problema) per l’individuo.

Ansia sociale: quale differenza con gli altri disturbi

L’ansia sociale non va confusa con altri disturbi che hanno caratteristiche simili. Ecco quali sono.

In chi soffre di Agorafobia l’ansia è legata agli spazi fisici e alla possibilità di trovarsi in posti dai quali è difficile fuggire o difficoltoso ricevere aiuto. Chi soffre di ansia sociale invece teme esclusivamente il giudizio altrui e quindi, al contrario dell’agorafobico, si troverebbe a suo agio se lasciato solo in un luogo e in lontananza da altre persone.Chi soffre di ansia sociale potrebbe sperimentare attacchi di panico, ma sempre in occasione di situazioni sociali dove teme il giudizio degli altri. Nel disturbo di panico, invece, gli attacchi sono improvvisi e inaspettati e non necessariamente legati a contesti interpersonali.Nel Disturbo d’Ansia Generalizzata lo stato ansioso è costante e, a differenza del Disturbo d’Ansia Sociale, presente anche in contesti slegati dal giudizio altrui.Chi soffre di depressione può temere il giudizio negativo altrui perché si sente svalutato e non degno di approvazione e apprezzamento. Nella condizione di ansia sociale il timore di una cattiva valutazione da parte degli altri è legata alla convinzione che i propri comportamenti siano inadeguati e motivo di scherno.Se il motivo della preoccupazione è legato solo ed esclusivamente a una vergogna relativa al proprio aspetto fisico o a un particolare del proprio corpo, si parla di Disturbo di Dismorfismo Corporeo e non di Disturbo d’Ansia Sociale. In questo disturbo non si presentano idee deliranti e la maggior parte degli individui con ansia sociale conservano un buon giudizio circa le loro convinzioni, ovvero sanno che sono sproporzionate rispetto alla realtà.L’ansia sociale e i deficit di comunicazione sono comuni nel disturbo dello spettro dell’autismo. Tuttavia chi soffre di ansia sociale si trova inizialmente a disagio e fatica a comunicare quando fa una nuova conoscenza, incontra persone o si trova in luoghi sconosciuti, ma il disagio scompare in contesti familiari.Nel disturbo evitante di personalità gli evitamenti sono solitamente più marcati ed estesi rispetto all’ansia sociale e durano da molto più tempo; tuttavia Disturbo Evitante di Personalità e Disturbo d’Ansia Sociale spesso si presentano insieme.

Esordio e decorso del Disturbo d’ansia sociale

Nel 75 % dei casi, il Disturbo d’ansia sociale insorge tra gli 8 e i 15 anni. Questo disturbo può svilupparsi in seguito a un’esperienza umiliante oppure l’esordio può essere lento e graduale. Alcuni cambiamenti di vita e di abitudini possono facilitarne la comparsa, così come certe condizioni possono anche ridurlo temporaneamente.

I soggetti giovani tendono a manifestare ansia sociale marcata ma focalizzata per certe situazioni, mentre, con l’avanzare dell’età, persone più anziane hanno livelli più bassi di ansia, ma diffusa in svariati contesti.

Nella maggioranza dei soggetti, il 60 %, il disturbo non adeguatamente trattato può durare anni.

Bibliografia

  • Clark, D.M. & Wells, A. (1995). A cognitive model of social phobia. In R.G. Heimberg, M.R. Liebowitz, D.A. Hope & F.R. Schneier (Eds.), Social phobia: Diagnosis, assessment, and treatment (pp.69-93). New York: Guilford Press.
  • Clark, D.M., Ehlers,A., McManus, F., Hackmann, A., Fennell, M.J.V., Waddington, L. et al. (2003). Cognitive therapy versus fluoxetine in generalized social phobia: A randomized placebo-controlled trial. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 71, 1058-1067.

Domande più frequenti

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