Che cos’è la distimia (o Disturbo depressivo persistente)
La distimia è un tipo di depressione che è caratterizzata da un umore basso e da altri sintomi depressivi che si protraggono una lunga durata, almeno due anni. Questi sintomi depressivi devono essere presenti ogni giorno e per la maggior parte del tempo. Viene anche chiamata in termini tecnici “Disturbo depressivo persistente” proprio perché i sintomi si presentano per lunghi periodi e diventano persistenti nel tempo.
I sintomi della distimia
Come per altri disturbi depressivi, anche la distimia si riconosce per una costellazione di svariati sintomi che perdurano per la maggior parte del giorno, ogni giorno per almeno due anni. Per formulare diagnosi di distimia è necessario che vi sia un umore depresso e che vi siano almeno due dei seguenti sintomi:
- scarso appetito o appetito eccessivo
- insonnia o ipersonnia
- scarsa energia, stanchezza e affaticabilità
- bassa autostima o senso di scarsa efficacia
- difficoltà di concentrazione
- difficoltà nel prendere decisioni
- sentimenti di disperazione
Durante il periodo di malattia, la persona presenta i sintomi in modo persistente e continuo anche se vi possono essere brevi e rari momenti di miglioramento.
Livelli di gravità della distimia
La distimia può presentarsi con diversi livelli di gravità. Alcune persone presentano sintomi depressivi di lieve gravità, meno intensi e legati ad alcuni momenti o periodi della vita. Altre persone invece vivono forme più gravi di distimia caratterizzate da sofferenza intensa e dalla difficoltà nello svolgere le normali mansioni e attività quotidiane e nel mantenere le relazioni sociali. Queste forme più gravi presentano più sintomi, di maggiore intensità e che persistono per un periodo di tempo maggiore.
Riconoscere la distimia
Gli individui che soffrono di distimia generalmente si descrivono tristi o “giù di corda” in modo piuttosto stabile nel tempo.
Esistono alcuni comportamenti tipici delle persone depresse, e quindi anche della distimia, che favoriscono lo sviluppo di circoli viziosi e che mantengono nel tempo la sofferenza. Alcune persone depresse, ad esempio, sperimentando molta fatica nell’affrontare le incombenze quotidiane, iniziano a rimandarle e per questo si sentono sempre più incapaci e fallite.
Quindi l’evitamento, la procrastinazione e la passività non fanno che incrementare la già presente tendenza all’autovalutazione negativa: la persona si svaluta, si colpevolizza, si sentirà inadeguata e persino sfortunata di fronte anche a piccole difficoltà della vita quotidiana.
La visione negativa non si limita a sé stessi ma si estende anche al mondo, agli altri, al futuro: le persone con disturbo depressivo persistente fanno previsioni negative sul futuro e sul mondo, focalizzando l’attenzione soltanto sugli aspetti negativi e utilizzando un pensiero ripetitivo e negativo definito “ruminazione”.
Le visioni negative sul sé, sugli altri e sul mondo possono anche portare, insieme all’evitamento e alla passività, a diversi livelli di ritiro sociale: la persona può essere poco motivata, passiva, sfiduciata e affaticata nell’intrattenere interazioni sociali di vario genere, anche credendo di essere inadeguata e incapace.
Spesso accade che, soprattutto nelle condizioni in cui vi è una lieve intensità dei sintomi, il disturbo distimico non venga riconosciuto o venga diagnosticato tardivamente. Infatti, è possibile che la persona che soffre di distimia non ne sia totalmente consapevole, considerando le difficoltà e i disagi come caratteristiche specifiche del proprio carattere e modo di essere, almeno fino al momento in cui essi vengano riconosciuti e diagnosticati correttamente da uno specialista.
Il trattamento della distimia
La psicoterapia cognitivo-comportamentale rappresenta la terapia della distimia più efficace per affrontare e superare il disturbo con benefici a lungo termine, come dimostrato da studi evidence-based (Fonte: National Institute for Health and Clinical Excelence, NICE, 2011). La terapia cognitivo comportamentale, attraverso il riconoscimento e la riformulazione dei pensieri alla base di emozioni e comportamenti, promuove abilità di regolazione emotiva e gestione dei sintomi tipici del disturbo, favorendo un recupero del benessere psichico. Gli interventi comportamentali inoltre mirano a ridurre gradualmente i comportamenti di ritiro e isolamento.
Data la cronicità della distimia, in specifiche situazioni l’intervento integrato di psicoterapia e trattamento farmacologico si è dimostrato particolarmente efficace.
Le cause delle distimia
Le cause della distimia sono molteplici, complesse e interconnesse. Si tratta di una molteplicità di fattori causali di tipo biologico, psicologico e sociale: questi fattori di diversa natura interagiscono tra loro e in determinate situazioni o periodi di stress possono concorrere al manifestarsi della distimia. Alcune determinanti biologiche possono interagire con fattori di rischio psicologico e sociali e rendere più probabile la malattia. Tra le cause psico-sociali e ambientali si ritrovano situazioni di vita difficili da affrontare, come la perdita di una persona cara, problemi economici, la perdita del lavoro o alti livelli di stress.
Domande più frequenti
La depressione non ha una singola causa. Può derivare da una combinazione di fattori genetici, biologici, ambientali e psicologici. Alcuni fattori di rischio possono essere:
- Storia familiare di depressione
- Eventi di vita stressanti o traumatici
- Condizioni mediche
La depressione viene diagnosticata da un medico psichiatra, uno psicologo o uno psicoterapeuta attraverso una valutazione completa, che integra:
- un colloquio clinico relativo ai sintomi e alla storia medica
- la somministrazione di test scientificamente validati
La diagnosi è fondamentale per scegliere il trattamento più efficace per la problematica riportata.
Per questo motivo inTHERAPY si avvale solo di terapeuti esperti in psicodiagnosi per identificare correttamente i sintomi della depressione.
Incoraggiala a cercare un aiuto professionale, senza giudicarla ma offrendole ascolto e comprensione.
Se ti senti molto triste o privo di energia, provi sentimenti di vuoto, senti di aver perso ogni interesse verso il mondo esterno a seguito di un evento negativo che ti è capitato (es. un lutto, la fine di una relazione, la perdita di lavoro…), sappi che è una reazione naturale, coerente con l’esperienza che stai vivendo e, nella maggior parte dei casi, transitoria. Tuttavia se questi sintomi sono molto intensi, provocano una forte sofferenza e persistono per molto tempo, è opportuno rivolgersi a un professionista, soprattutto se sono presenti autocritica, sensi di colpa, disperazione, mancanza di speranza verso il futuro, profondo pessimismo e pensieri di morte, sintomi tipici della depressione clinica.
Se senti di star meglio e inizia a farsi strada in te l’idea di interrompere la terapia, confrontati col tuo psicoterapeuta, potrà dirti se è il momento giusto per interrompere o se è raccomandabile continuare. La decisione di interrompere o proseguire il percorso spetta comunque sempre a te.
Nei casi più gravi, il trattamento farmacologico può essere fondamentale. Integrando la farmacoterapia con la terapia cognitivo-comportamentale, si ottiene il massimo dell’efficacia nel superare la depressione. Avere dubbi, domande o preoccupazioni legate all'assunzione di farmaci antidepressivi e agli eventuali effetti collaterali è normale: parlane con il tuo psicoterapeuta o il tuo psichiatra.
Non esiste un tempo specifico e prefissato che sia uguale per tutti. Spetta allo psichiatra capire quando è il momento giusto per interrompere la farmacoterapia.